La rude Emma abita da sola in un angolo sperduto della campagna tedesca. È indipendente, forte, ma i compaesani la credono invece diversa, un po' matta. Alleva maiali e li macella, con amore, perchè sono l'unica compagnia affettuosa che da sempre l'accompagna (Sua madre: “passi minacciosi che si avvicinavano”. Suo padre: “passi codardi che si allontanavano”). Ma sta per perdere la fattoria per debiti. Max è un impiegato che fino a 40 anni non ha mai vissuto; quando scopre di avere un male incurabile, decide di scappare con il denaro rubato all'azienda del suo migliore (e unico) amico. Il destino li fa incontrare e li rende finalmente, stranamente completi.
“Per gli animali la cosa peggiore è la paura di morire, non la morte in sé”.
Delicato, commovente, a tratti surreale, "La felicità di Emma" (Keller editore) è un piccolo libro perfetto, che sviscera, come fa Emma con i suoi maiali, le personalità dei protagonisti, con momenti di comicità e drammaticità alternati e sincroni.
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